Perché Gesù disse di non chiamare qualcuno "pazzo" quando lui stesso lo fece?

Matteo 5:22

In questo versetto Gesù disse che chi dice a suo fratello "pazzo" (μωρός, mōros) sarà condannato alla geenna del fuoco. Ma in Mt 23:17 Gesù chiamò gli scribi e i farisei "stolti e ciechi", in cui la stessa parola greca è usata (vedi anche Mt 7:26; 25:2-3). Paolo usò una parola diversa ma con significato simile in 1Cor 15:36; Gal 3:1. Ma il punto del capitolo 5 è che non dobbiamo valutare con misure esterne, come se una parola fosse sbagliata ma un'altra andasse bene. Nel contesto, è invece l'atteggiamento che viene condannato, l'atteggiamento di ira. Non dobbiamo neanche prendere questo brano come l'insegnamento assoluto di Gesù sull'ira, ma interpretarlo insieme con il resto del suo insegnamento sull'ira, e in modo particolare con il tipo di ira che Gesù mostrò, per esempio oltre Mt 23:17 anche Mt 21:12-19; Mc 3:1-5. In Matteo 5, Gesù parlò contro un odio che si manifesta con l'ira, che è come uccidere qualcuno. Quando Gesù si adirò, era per la difesa dell'onore di Dio e dei deboli, non perché lui fu offeso come è spesso il caso per noi. E la sua ira non era una manifestazione del suo odio verso gli altri, ma del suo amore, il suo amore per i suoi nemici che lo portò alla croce per morire per loro. Infine, quando chiamò altri "pazzo", non era per odio o con ira, ma per affermare con fermezza che quello che facevano era sbagliato.